CARTESIO
CARTESIO
LA VITA
Renè Descartes, chiamato Cartesio, viene definito l'iniziatore dell'età moderna (rappresenta il
passaggio dal Rinascimento all'età moderna), filosofo del soggetto e fondatore del razionalismo.
Nasce nel 1596 in Francia, precisamente a Touraine da una famiglia borghese e venne educato al
collegio dei gesuiti a "La Flèche", una scuola molto rigida che lo segnò molto (Il collegio dei gesuiti
era la scuola di Tommaso).
Si arruola nell'esercito e parte per la guerra dei 30 anni e in questi anni si dedica allo studio della
fisica e della matematica, viaggiando per l'Europa ed elaborando la dottrina del metodo.
Una notte, il 10 novembre 1619, accampato sul Danubio, sognò i principi di un metodo che poteva
essere universale. Successivamente decise di abbandonare l'attività militare e si stabili in Olanda: vi
era libertà filosofica e religiosa ed erano assenti gli obblighi della società.
In Olanda compose il trattato di metafisica, riprese lo studio della fisica e iniziò a comporre
"Trattato del mondo" e "Regulae ad directionem ingeni'" (Regola per la guida dell'intelligenza).
Nel 1637 pubblica: "La Diottrica", "Le Meteore", "La geometria" introdotte dal "Discorso sul
metodo"
Contiene tre saggi:
Meditazioni sulla filosofia prima: trattato di metafisica;
2. I principi di filosofia
3.
Le passioni dell'anima: testo di psicologia e filosofia morale
Successivamente si trasferi in Svizzera e dopodiché a Stoccolma dove mori nel 1650.
È considerato l'iniziatore dell'età moderna: centralità dell'uomo, chiusura definitiva con la
concezione medioevale.
Ricerca di prove sulla veridicità della scienza, il cui sapere ci serve per orientarci nel mondo.
Filosofo del soggetto: la radice ultima della verità risiede nell'lo;
Fondatore del razionalismo: filosofia moderna che vede nella ragione il principale organo di
verità e lo strumento per una nuova visione del mondo
IL METODO
"DISCORSO SUL METODO"
+ 1637
Metodo teorico e pratico che fornisce una serie di indicazioni su come scoprire la verità e
come distinguere il vero dal falso;
Cartesio, non volendo divulgare ciò che ha imparato, ma volendo descrivere sé stesso, parla
in prima persona; insoddisfatto per la sua formazione propone il suo percorso alla ricerca di
un sicuro "criterio di verità" in vista di un vantaggio umano;
Il metodo deve essere un criterio di orientamento unico e semplice che possa essere
utilizzato dall'uomo in campo teoretico e pratico:
Lo scopo del metodo è il vantaggio dell'uomo sul mondo;
Il ruolo centrale del metodo è assunto dalla matematica.
Le scienze matematiche sono già in possesso del metodo perché:
o Prendono coscienza delle regole metodiche della matematica;
Le astraggono dalla disciplina;
Le formulano in modo da poterle applicare a diversi saperi;
Tutto questo però non è sufficiente; infatti, bisogna giustificare il metodo e verificare la possibilità
della sua applicazione universale.
Il compito del filosofo: giustificare le regole metodiche e ciò ne consente l'applicazione a tutti
campi del sapere umani.
Il compito filosofico che Cartesio fa proprio sarà quello di:
Formulare le regole del metodo, tenendo presente il procedimento matematico;
Fondare con una ricerca metafisica il valore universale del metodo;
Dimostrare la fecondità del metodo nei vari rami del sapere;
Il metodo è l'orientamento all'uso del LUMEN NATURALE (= intelligenza che tutti gli esseri umani
possiedono). Per Cartesio, la ragione è una presenza interna ad ogni essere umano che funziona
uguale per tutti ed è divisa in 6 parti:
1. CONSIDERAZIONI SULLE SCIENZE: "Che cosa posso dire in merito a quello che ho appreso?"
mettere fuori gioco le nozioni che possono essere tramandate, cercare la verità dentro di sé
o nell'esperienza;
2.
La seconda parte del "Discorso sul metodo" ci dà la formulazione delle REGOLE DEL
METODO:
Regola dell'evidenza: accettare come vero solo ciò che si presenta chiaro e distinto alla
mente escludendo tutto ciò che include ogni forma di dubbio (evitare la prevenzione);
Regola dell'analisi: scomposizione del problema = suddividere un problema in sotto
problemi più semplici;
Regola della sintesi: passaggio dalle conoscenze più semplici alle più complesse, in modo
graduale;
Regola dell'enumerazione e della revisione: controllo dell'applicazione delle regole
precedenti; con 'enumerazione si controlla che l'analisi sia stata condotta correttamente, mentre mediante la revisione si fa uguale con la sintesi. Vengono utilizzate tecniche di
memorizzazione.
REGOLE DI MORALE PROVVISORIA:
Obbedire alle leggi e ai costumi del mio paese;
Essere fermo e risoluto sulle proprie decisioni;
Cercare di adattarsi, cercare di vincere sé stessi più che la fortuna o il mondo:
Fare una rassegna delle varie occupazioni;
SULL'ESISTENZA DI DIO E DELL'ANIMA UMANA
5. QUESTIONI DI FISICA E FISIOLOGIA
RIFLESSIONI SUL MODO DI FAR PROGREDIRE LE SCIENZE
Le regole individuate da Cartesio non hanno in sé la propria giustificazione, perché esse potrebbero
essere applicate solo alle discipline matematiche, ma non in altri campi.
Cartesio deve tentare di giustificarle risalendo alla loro radice: l'uomo come ragione.
DAL DUBBIO METODICO AL DUBBIO IPERBOLICO
Secondo Cartesio, trovare il fondamento di un metodo è possibile solo iniziando a dubitare di tutto
e considerare almeno prowisoriamente come falso tutto ciò su cui il dubbio è possibile.
L'esercizio del dubbio serve a ricercare il fondamento certo di ogni nostro sapere e passa per due
fasi:
Riconoscimento del carattere incerto di tutte le nostre conoscenze: momento teorico;
Sospensione dell'essenza: momento pratico;
In questo principio si troverà la giustificazione del metodo: da qui il nome di DUBBIO METODICO
Dubbio metodico: mettere in dubbio tutto ciò che può costituire il metodo.
Cartesio ritiene che nessun grado o forma di conoscenza si sottragga al dubbio: innanzitutto si può
dubitare delle:
Conoscenze sensibili: sia perché i sensi ci possono ingannare, sia perché si hanno nei sogni
sensazioni simili a quelle che si hanno nella realta;
Ci sono conoscenze che sono vere sia nel sogno, sia nella realtà, come le conoscenze
matematiche. L'idea che anche le certezze matematiche possano essere illusorie deriva a
Cartesio dalla considerazione che si può supporre che siamo stati creati da un "genio
maligno", cioè da una potenza malvagia che ci inganna facendoci apparire chiaro ed
evidente ciò che è falso e assurdo.
In tal modo (con l'ipotesi del "genio maligno" si estende anche alle conoscenze matematiche) il
dubbio si estende a ogni cosa e diventa universale: si giunge al DUBBIO IPERBOLICO (è il momento
culminante del dubbio metodico ed è quando il dubbio si estende in ogni cosa e diventa universale)
L'unica verità che si sottrae al dubbio è la seguente: COGITO ERGO SUM (penso dunque sono). E
l'autoevidenza esistenziale del soggetto pensante, cioè la certezza indubitabile che il soggetto ha di
3 di g stesso in quanto soggetto pensante. Secondo Cartesio il cogito rappresenta la verità originaria
te permette di sconfiggere il dubbio metodico e di procedere alla riedificazione delle altre verità.
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