HUME





 HUME

3° empirista inglese

-› Giunge ad un esito scettico, ritiene che sia impossibile per l'uomo conoscere certi processi mentali che si

pongono comunque nella mente dell'uomo, ma nel momento in cui prova a dimostrarli non ci riesce.

Si dimostra essere scettico sull'esistenza di Dio, sull'esistenza su una realtà esterna alla mente e sull'io, non

riesce a dimostrare neanche la necessità della relazione di causa-effetto.

Questo verrà criticato da Kant, che dirà Hume l' ha svegliato dal sonno dogmatico.

Scrive il Trattato sulla natura umana pubblicato tra il 1739-1740.

L'opera espone il progetto filosofico di Hume: costruire una scienza della natura umana su base sperimentale,

analoga a quella che era stata teorizzata da Bacone per la natura fisica. Hume intende essere una sorta di

Newton della natura umana, in grado di offrire un'analisi sistematica delle dimensioni che la costituiscono.

La natura umana non è solo ragione, ma è anche sentimento (non preso in considerazione da Locke).

Poiché Hume è un empirista, l'esperienza è il limite della ragione umana, la natura umana si troverà limitata nelle

sue pretese conoscitive.

IMPRESSIONI E IDEE

Hume comincia ad analizzare la mente dell'uomo e afferma che tutte le operazioni mentali si riducono in

percezioni, che sono i contenuti della mente.

Queste si dividono:

Impressioni -› sono le sensazioni nell'atto stesso in cui si manifestano, quindi hanno grande forza.

Idee -› sono le copie illanguidite delle impressioni

Il primo principio della natura umana dice che ogni idea deriva sempre dalla sua corrispondente impressione e

non esistono idee o pensieri di cui non si sia avuta precedentemente l'impressione. La nostra mente non potrà

mai avere altro materiale che le impressioni e le idee corrispondenti.

PRINCIPIO DI ASSOCIAZIONE

La facoltà di stabilire relazioni tra le idee è detta immaginazione ed è garantita da una forza. Tale forza è il

principio di associazione: dolce forza che comunemente si impone, facendo si che la mente venga trasportata

da un'idea all'altra. Questa forza può essere paragonata alla forza di gravità, non c'è nessun corpo che le

sfugga. Come c'è la forza di gravità dentro la nostra mente, c'è questo principio di associazione che determina

l'unione tra le idee. Funziona attraverso 3 criteri:

Somiglianza -› un ritratto conduce naturalmente i nostri pensieri al suo originale

Contiguità (vicinanza) nel tempo e nello spazio -› il ricordo di un appartamento che abbiamo visto in

una casa richiama alla memoria gli altri appartamenti della stessa casa

Causalità - l'idea di una ferita fa pensare al dolore che ne deriva.

Grazie a questo si formano le idee complesse (spazio, tempo, causa-effetto, sostanza (corporea o spirituale))

A tali idee noi attribuiamo consistenza e oggettività. Invece Hume si propone di mostrare come ad esse non

corrisponda alcuna impressione.

Il secondo principio della natura umana afferma che di ogni idea di cui si vuole provare il valore conoscitivo

bisogna poterne indicare la relativa impressione

Se non c'è l'impressione, l'idea è venuta in mente grazie al principio di associazione.

Lo spazio e il tempo non sono impressioni, ma maniere di sentire le impressioni, ovvero modi con cui le

impressioni si dispongono dinanzi allo spirito. Fuori di noi lo spazio e il tempo non esistono.

Quando suoniamo le note ci viene l'idea della successione del tempo, ma del tempo non si ha l'impressione.

Il tempo non ha la conoscenza oggettiva, ma è solo un modo che ha la mente umana di percepire gli oggetti fuori

di sé.

La stessa cosa vale per lo spazio.

Kant sarà d'accordo con Hume -› Essi esistono dentro di noi.

RELAZIONI TRA IDEE E MATERIE DI FATTO

Per quanto riguarda le matematiche e la logica sono tutte proposizioni basate sul principio di non

contraddizione. Tutte le relazioni tra idee si possono costruire basandosi sul principio di non contraddizione.

Sono dette proposizioni analitiche perché si analizza il soggetto e da esso si può arrivare al predicato.

Sono tutte universali e necessarie e il fondamento è il principio logico di non contraddizione.

Non è possibile che sia verso il contrario perché questo implica una contraddizione

Questo non vale per la realtà esterna. Sono proposizioni tutte elaborate a priori dell'esperienza.

Anche per Kant è cosi? No, per lui sono sintetiche e non analitiche in quanto ampliano le nostre conoscenze,

Tutte le proposizioni che riguardano i dati di fatto sono proposizioni sintetiche, il predicato è unito al soggetto

sulla base dell'esperienza.

L'idea dell'universalità e della necessità della relazione di causa effetto si può dimostrare solo sul sentimento

dell abitudine. -> principio di causalita

ANALISI CRITICA DEL PRINCIPIO DI CAUSALITÀ

Bisogna trovare un nesso che leghi il fenomeno A al fenomeno B.

A e B si presentano in una successione irreversibile temporale.

L'impressione del nesso necessario che costringa B e presentare dopo A non sia ha, sia ha però l'idea.

La relazione viene spogliata della sua necessità e della sua oggettività.

La si può usare per conoscere, ma con la consapevolezza che nel futuro la natura può funzionare in modo

diverso da come funziona oggi. La sua necessità non può essere giustificata razionalmente.

Crediamo nell'uniformità della natura in forza del sentimento dell'abitudine.

Giustificare le leggi della fisica con il sentimento dell'abitudine è fragile, perché dovrebbe avere un fondamento

oggettivo e razionale, ma non può averlo perché non ha l'impressione.

L'abitudine non riesce a convincere la ragione, ma la ragione non riesce a eliminare l'abitudine.

Scetticismo di Hume -› scettico sull'oggettività conoscitiva della relazione di causa-effetto

Si può applicare solo con le percezioni e vale solo all'interno della mia mente, non tra cose esterne e interne.

Il principio dell'uniformita della natura non è vero a priori (il fatto che la natura cambi è un'eventualità logica non

contraddittoria e possibile), né si può inferire mediante un'induzione da precedenti osservazioni (perché non

completano i casi futuri). Queste considerazioni escludono che il legame tra causa effetto possa essere

dimostrato come oggettivamente necessario.

Risponde ad un'aspettativa, costituisce una credenza non razionale e soggettiva, una sorta di conoscenza

istintiva che a sua volta è il frutto dell'abitudine.

Kant non lo accetterà, dirà che non si possono mettere in dubbio le leggi newtoniane, il suo problema sarà

fondare in un altro modo l'oggettività della relazione di causa-effetto.

CRITICA NEL MONDO ESTERNO E NELL'IO

Locke non aveva negato l'esistenza dell'esterno e dell'io, invece Hume arriva a dubitare dell'esistenza delle cose

esterne perché nulla ci dimostra l'esistenza di una realtà corporea fuori di noi, che continui ad esistere anche

quando noi non la percepiamo.

La convinzione dell'esistenza e della permanenza dei corpi fuori di noi non è fondata su alcun

ragionamento valido.

Di questi corpi noi abbiamo fasci di impressioni e di idee, ma non abbiamo l'impressione di sostanza, noi

immaginiamo che alla base di questi ci sia una sostanza. Noi siamo abituati a credere che tutte queste

impressioni non possano stare da sole, ma che che siano dipendenti da una sostanza ignota, perché di essa

non abbiamo l'impressione. -> non c'è fondamento razionale

Non si può applicare la relazione causa-effetto.

La stessa cosa riguarda anche l'io. Noi immaginiamo di avere un io come entità unitaria, sempre identica a se

stessa, auto-cosciente e causa ultima dei nostri atti.

Noi non ne abbiamo l'impressione. Noi abbiamo l'impressione di noi come un fascio di impressioni, che si

alternano in continuazione e che non esistono mai tutte insieme e noi crediamo che queste si riferiscano ad

un soggetto che rimanga sempre uguale a se stesso.

L'io in Hume è un fascio di impressioni che si susseguono nel tempo e non possono essere ricondotte a una

sostanza unitaria, svanisce con la messa in parentesi delle impressioni -> non può fondare alcuna conoscenza. 

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